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Autore Frammenti.tif

Stefano Glinianski

Stefano Glinianski, nato a Napoli nel 1970 è magistrato della Corte dei Conti. Ricopre diversi incarichi per la pubblica amministrazione. Uno di essi ha consentito la realizzazione di questo libro.

Prefazione alla I Edizione

"Non esistono fatti, ma solo loro interpretazioni" Quale il nesso tra una nota citazione di uno dei più grandi pensatori della storia, Friedrich W. Nietzsche - che scolpisce in modo "dinamitardo" l'ampiezza di un concetto nella cristallizzazione di un aforisma ed un libro dedicato ad immagini? Senza naturalmente voler sfociare nel dibattito filosofico che mal si concilierebbe con la prefazione ad un libro di immagini, ritengo che questo parallelismo tra il fatto e la sua interpretazione ben si presti ad identificare quello che ha rappresentato per me il fil rouge che unisce tante visioni in così diversi Paesi: l'immagine è un fatto ma prima ancora che diventi tale è una personale emozione che - nella sua apparente assolutezza racchiusa nell'istante di uno scatto fotografico riproducente quello che gli occhi trasmettono alla mente e al cuore - può e deve aprirsi a diverse letture e, dunque, a tante interpretazioni, preludi a successive diverse sensazioni. Lo sguardo così crea da un frammento un immenso campo visivo. La misura dell'uomo rende unica e, allo stesso tempo, molteplice, attraverso gli occhi di chi osserva, un'immagine . Un'immagine scelta attraverso le parole da non dire in momenti in cui tanto si parla e poco si dice, tanto si mostra e poco realmente appare. L'immagine, infine, come riconoscimento di una affinità rievocando Nietzsche - tra sé stessi ed un qualcosa che diviene più forte non nel momento in cui ci si avvicina ad esso ma quando dallo stesso ci si allontana. Stefano Glinianski

Prefazione alla II Edizione

Roma, 8 aprile 2024 È passato poco più di un anno da quando è stato presentato all’Università Orientale di Napoli il progetto “Frammenti”. Mai avrei pensato che, oggi, dopo tanti intensi momenti di riflessione e di dibattito in diversi contesti d’Italia, di questo libro si sarebbe avviata una seconda edizione. La ragione di ciò, pur nell’estraneità del progetto a qualunque circuito editoriale e commerciale, è sintetizzabile, a mio parere, nella sua capacità aggregante. Attraverso la sola forza dell’immagine, in rari casi accompagnata da brevi versi, “Frammenti” ha, invero, fatto emergere, nelle più eterogenee realtà ove è stato presentato, quel fil rouge che ancora accomuna le “persone”: la capacità di emozionarsi ancora. In un mondo sempre più inaridito da un uso distorto della tecnologia e permeato da una bulimica rincorsa a tutto ciò che, pur se effimero ed estemporaneo, sembra rappresentare per molti la ragion d’essere della propria esi - stenza, il fermarsi ad osservare un volto, un paesaggio, una realtà, talvolta così differenti da ciò che quotidianamente ci assorbe, ha risvegliato in tanti un sentimento mai sopito, quello degli altri come valore. “Altri” che, sovente, pur nella palese difficoltà dei contesti in cui vivono, ciò nonostante, si presentano radiosi di sorrisi e, ancorché apparentemente immersi nei rivoli di una loro oscurità, finemente celano armoniosa luce, se si hanno occhi per poterla cogliere. La fotografia ha, così, creato questo incantesimo permettendo, con la sola forza dei sentimenti e non di certo per miei meriti tecnici, di rivelare proprio quella luce, talune volte evidente, altre più raffinatamente nascosta, incrociata nei tanti contesti, umani e paesaggistici, da me vissuti. Casualità? Coincidenza? Non saprei rispondere. Di sicuro, come sostenuto dal grande Milan Kundera, le vite umane sono bombardate da coincidenze, la cui stragrande maggioranza passa del tutto inosservata agli occhi degli uomini. Ciò nonostante, l’uomo, in alcuni momenti, spinto da un senso di bellezza, può trasformare un avvenimento casuale in un motivo che va poi ad iscriversi nella composizione della sua vita. Ebbene, questo è quanto accaduto a me con Frammenti. La composizione della mia vita si è arricchita casualmente di una nuova nota musicale, proprio nel momento in cui un’altra, per me tanto importante, con dolcezza si è levata armoniosamente verso il cielo. ​ STEFANO GLINIANSKI

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